Lei aveva quindici anni, e aveva le
labbra più morbide e le tette più sode che avessi mai visto. Le
prime lo so per certo, le seconde mi piaceva immaginarlo, visto che
io imberbe sedicenne non potevo ancora aspirare a tanto. O almeno di
questo ero convinto. Comunque sia c'eravamo conosciuti al mare,
un'estate, in quel periodo della vita in cui la bella stagione dura
tre mesi ed è piena di giorni bellissimi che non sai cosa fare e ti
devi inventare qualcosa per riempirli. Ed io e lei avevamo trovato un
bellissimo modo per passare quelle giornate sotto il sole. Parlavamo
di tutto, parlavamo per ore di musica di viaggi e di posti dove ci
sarebbe piaciuto andare, di progetti più o meno assurdi, insomma ci
conoscevamo. Il tutto condito da quell'innocenza adolescenziale che
ci portava a bruciare di desiderio senza nemmeno avere il coraggio di
sfiorarci. Almeno fino a quella sera. Perchè quella sera le cose
andarono un po' diversamente, e ci capitò di trovarci da soli, sulla
spiaggia. Le stelle in cielo brillavano come mai prima al mondo e io
le confessai di essere affascinato da quello spettacolo, ma di non
saper niente di costellazioni. Lei allora da giovane scout mi prese
la mano e mi indicò l'orsa maggiore, ma prima che finisse di
spiegarmi come fare ad individuare il nord, io la stavo baciando e la
baciai per un'istante infinito. Ci scontrammo con gli incisivi, ma
quel primo bacio mi è rimasto appiccicato addosso come un tatuaggio.
Poi l'estate è finita e le lettere sono divenute via via più rade,
fino a perderci di vista, ma da allora ogni volta che guardo le
stelle e trovo l'orsa maggiore penso a quel bacio, a quella sera in
riva al mare e a quanto è bello avere sedici anni ed avere giornate
intere da dover riempire di chiacchiere e ragazze impacciate che ne
sanno più di te.